5. 6. 2013

Millecentocinquanta anni dopo, l’omaggio a quattro per i fratelli evangelizzatori

Congiunta impegnativa quella che sta per uscire, capace di coinvolgere ben quattro Paesi: Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Vaticano.
È dedicata ai millecentocinquanta anni trascorsi dall’opera di evangelizzazione compiuta dai santi Cirillo e Metodio nella Grande Moravia. Un territorio molto esteso, dai confini che andavano ben oltre gli attuali Stati e che visse un periodo di grande sviluppo culturale e religioso tra il IX ed il X secolo.
Le poche notizie relative ai due fratelli -spiegano da oltre il fiume Tevere- provengono da scritti sulla loro vita dovuti al vescovo di Velletri Gauderico (865 dopo Cristo), riconoscente nei confronti di Cirillo per aver contribuito al trasferimento delle spoglie di papa san Clemente I a Roma. Nativi di Salonicco e di nobile famiglia greca, si formarono a Costantinopoli e vennero presto incaricati di varie missioni diplomatiche in Oriente.
Quando il re della Grande Moravia chiese all’imperatore di Bisanzio di inviare dei missionari nelle sue terre, la scelta di quest’ultimo cadde proprio su di loro. Cirillo, senza dubbio il più eclettico fra i due, tradusse la Bibbia per i popoli slavi arrivando addirittura ad inventare un nuovo alfabeto, il gaglotico. Successivamente, però, i contrasti sorti con il clero tedesco, che rivendicava il dominio su quei territori, spinsero il pontefice a convocare i due a Roma, dove Cirillo prestò servizio per qualche tempo prima di ammalarsi e morire nell’869 (le sue spoglie riposano nella Basilica di san Clemente). Metodio, invece, una volta consacrato vescovo, ritornò in Moravia dove il nuovo re, favorevole alla presenza tedesca, stava perseguitando i suoi discepoli. Imprigionato per un periodo di due anni, morì a Velehard nell’aprile dell’885...
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